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Comune di San Germano Chisone
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Il territorio
Superficie: Kmq 15,86
Altitudine: 488 m (capoluogo)
Altezza minima: 436 m
Altezza massima: 1.579 m
Distanza da Torino: 46 km
Densità: 110 abitanti


Come raggiungerci

Il Comune di San Germano Chisone si trova nella bassa Valle Chisone, ad ovest di Torino. Il suo territorio, interamente montano, si estende interamente sulla destra orografica del torrente Chisone, confina con i Comuni di Prarostino, San Secondo di Pinerolo, Porte, Inverso Pinasca e Villar Perosa.

In auto è raggiungibile dalla Tangenziale di Torino imboccando, a Stupinigi,la Strada Reionale n. 23 del Sestriere (km 45 da Torino), oppure l'autostrada di recente costruzione per Orbassano-Volvera.La Val Chisone è anche facilmente accessibile dalla Francia attraverso il colle del Sestriere, utilizzando il valico del Monginevro o il traforo autostradale del Frejus (km 50 da Briançon).

In autobus è raggiungibile a bordo delle autolinee della SADEM,  che effettua numerose corse giornaliere da Torino, via Pinerolo e in direzione Sestriere.

In treno è raggiungibile, attraverso la linea ferroviaria  Torino- Pinerolo, e poi avvalendosi degli autobus; maggiori informazioni sul sito delle ferrovie statali o trenitalia.

In aereo è raggiungibile con le  navette giornaliere che raggiungono dalla Malpensa o da Caselle  la città di Torino (distante circa 60 Km.).



Il vallone del Risagliardo

San Germano Chisone si trova ai piedi del Vallone del Risagliardo, una conca incastonata tra tre vallate - quelle del Chisone, del Germanasca e del Pellice - che si apre, sulla destra del Chisone.

Si tratta di un vallone chiuso, isolato, tagliato dal torrente Risagliardo, che nasce dalle pendici del Gran Truc (2366 m) e confluisce nel Chisone in prossimità dell'ex cotonificio Widemann e del ponte sulla Statale 23, voluto dal re Carlo Alberto nel 1836. La sua conformazione morfologica ha un andamento Est-Ovest: dapprima la valle sale ripida e serrata, dominata da monti con profili taglienti, poi si apre come un quadrilatero con i vertici al Castelletto della Vaccera (1512 m), al Gran Truc, alla dorsale del suggestivo Poggio dei Pini (1226 m), confinante con il Comune di Inverso Pinasca e che deve il nome alla sua vegetazione un tempo assai folta di abeti rossi, ed infine con l'ultimo vertice nella zona della già citata gola, sulla linea di demarcazione con il Comune di S. Germano. Il vallone è incassato tra erte pendici ricoperte di castagneti e faggete, gli spazi sono assai ristretti e ciò nel corso dei secoli ha condizionato profondamente le colture, limitate per lo più a frumento, grano saraceno, segale, orzo, avena e patate. Un tempo nella zona erano attive parecchie miniere di grafite, di cui restano ancora gli imbocchi murati di alcune gallerie e qualche struttura esterna. Il fondovalle è assai ridotto e limitato solo al primo tratto, dal confine con S. Germano a Rue, poiché la pendenza diventa subito rilevante ed impervia. Il territorio fu abitato fin da epoca assai remota (età de la "la peira eicrita",pietra scheggiata) da popolazioni migratorie e stanziali. San Germano Chisone nel corso dei secoli ha vissuto di riflesso le stesse vicende delle valli attigue.

Dopo la donazione della contessa Adelaide del 1064, divenne un feudo dei monaci dell'Abbazia di Abbadia e in seguito la zona passò sotto la giurisdizione del duca di Savoia. Il vallone difeso al suo imbocco dalle gole naturali della località Baricadda, sopra le quali si ergono, quali vedette, i villaggi delle Garde (l' Garda d'aval e d'amout), divenne allora luogo di transito delle armate francesi ed anche dei fuggiaschi valdesi dalla val S. Martino alla val d'Angrogna.



Il Chisone

Le sorgenti del torrente Chisone sono situate sulle pendici del monte Appenna (2979) in val Troncea. A quota 2.430 si forma il ramo principale, mentre poco più a valle confluiscono due ramificazioni secondarie aventi origine nei valloni laterali. A San Germano il Chisone riceve le acque del Risagliardo, suo affluente di destra, che scende dal vallone di Pramollo, un territorio storicamente affine a quello sangermanese. Dopo aver attraversato la pianura pinerolese sfocia nel Pellice, un affluente del Po. Come la maggioranza dei torrenti alpini, il Chisone è povero d'acqua nel periodo estivo, ma nel periodo primaverile, al disgelo delle nevi, oppure durante le piogge autunnali, acquista una portata di piena tale da imprimere con frequenza al fenomeno alluvionale un carattere catastrofico. Il Chisone nel contesto del paese ha avuto senza dubbio un ruolo di primo piano.

Un documento comunale del XVIII sec. attesta infatti che l'acqua del torrente era un bene essenziale per l'economia del borgo, in quanto forniva l'energia necessaria ad irrigare le giornate di prati e campi poste nel fondovalle, e ad azionare la ruota dei mulini, atti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alla torchiatura dell'olio di noce. L'acqua del Chisone fornì successivamente anche l'energia per azionare le fucine del ferro e del rame, i mulini per la frantumazione della grafite estratta in loco, le falegnamerie e le concerie. Poi alla metà dell'800 il luogo adiacente al Chisone all'entrata del paese fu prescelto da Paolo Mazzonis per impiantarvi una filatura di cotone, sfruttando l'energia elettrica riciclabile mediante la rete di canalizzazione del torrente. Dalle centrali del cotonificio, poi divenuto Widemann, allora si ricavava anche l'energia elettrica per l'illuminazione del paese.



   Il Territorio
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