Molti furono i giovani sangermanesi che partirono per il fronte. Il Comune si dimostrò favorevole alla dichiarazione di guerra e subito si formò un Comitato civile composto di 10 persone, il quale aveva l’incarico di provvedere ad inviare sussidi in denaro alle famiglie dei richiamati, mediante pubbliche sottoscrizioni e mediante l’assistenza ai soldati feriti, ammalati o in convalescenza, che il Comitato centrale di Torino inviava nel Comune. Il pastore Carlo Alberto Tron mise a disposizione per tale scopo una sala dell’Asilo dei vecchi che funse così da ospedale. Il Comune da parte sua dispose per ogni famiglia bisognosa un contributo di L. 300.
A guerra conclusa, la popolazione accolse trionfalmente i 130 reduci in una pubblica cerimonia, in cui furono ricordati i 74 morti per la Patria, e in loro onore fu scoperta una lapide.
Alcuni sangermanesi furono decorati con medaglie al valor militare: il cap. Michele Lantelme (medaglia d’argento), il cap. magg. Emilio Bert (med. di bronzo) caduti in combattimento; il cap. Gino Jahier fratello di Piero Jahier (due med. di bronzo), il cap. Edwin Rostan (una med. d’argento e una med. di bronzo), l’alpino Giovanni Berutti (med. bronzo).